Enrico Rulli
La narrativa che non ti aspetti
Consigli pratici per sfuggire allo stereotipo
Consigli pratici per sfuggire allo stereotipo
e al politicamente corretto
Scriverà cose
degne di essere scritte soltanto colui
che sia spinto
esclusivamente dalla cosa che gli sta a cuore.
Arthur
Schopenhauer
Un
buon romanzo è formato da due ingredienti strettamente connessi tra loro: la storia,
che deve essere coesa, avvincente, mossa; lo sviluppo, cioè la
narrazione vera e propria, che deve essere sorprendente.
Gran
parte della narrativa che appare negli scaffali delle librerie italiane soffre
di un problema: appare scontata, spesso limitata dall’esigenza di dover
rispettare il politicamente corretto. Non stiamo dicendo che si tratta di opere
da evitare. Un romanzo ben scritto,
sostenuto da una trama solida, è sempre un’ottima lettura. Stiamo qui
discutendo del modo di evitare questa medietà (sempre che lo si voglia),
aggiungendo alla storia che si sta per scrivere un quid che la distingua dalle
altre.
Come
fare?
Cercheremo
di soddisfare questo obiettivo ambizioso prima di tutto identificando cosa
s’intenda per stereotipo e politicamente corretto; quindi
esamineremo alcuni successi letterari contemporanei e del recente passato,
identificandone i meccanismi letterari che hanno loro permesso di divenire
“casi letterari”.
Questi
gli argomenti che saranno trattati
Premessa
ü Perché leggiamo?
La curva dell’arte e la curva della vita a confronto
ü Cos’è la
medietà.
Mike
Bongiorno, il Libretto Rosso di Mao TzeTung e la società liquida di Zygmunt
Bauman.
I meccanismi letterari
ü La ricerca di
uno sfondo particolare
Un
uso particolare delle coordinate aristoteliche di tempo e di luogo.
ü Il personaggio
che non ti aspetti
Esempio
di una curiosa caratterizzazione del personaggio e di una modalità inaspettata
di usare personaggi storici coevi alla narrazione
ü Il rovesciamento del paradigma
Ovvero:
affrontare lo stereotipo volgendolo a proprio vantaggio.
ü Il punto di
vista particolare
Un
modo per modificare l’ottica della narrazione rendendo interessante una
modalità altrimenti scontata di narrare.
Una chiosa finale
ü La gestione del
dialogo
Dulcis
in fundo, ci si soffermerà ad osservare come la gestione del dialogo sia
cambiata negli ultimi anni. Si porteranno quali esempi un classico rispetto a
un volume contemporaneo.
Breve bibliografia di riferimento
L’intervento
è in fase di definizione. In attesa di prossimi aggiornamenti, ecco un primo
elenco dei testi che verranno citati:
Lorenzo Marone, La tentazione di essere felici,
Longanesi, 2015
Antonio Caprarica e Giorgio Rossi, La ragazza dei
passi perduti, Mondadori, 1987
Marco Missiroli,
Atti osceni in luogo privato, Feltrinelli, 2015
Cinzia Sciuto, Non c’è fede che tenga,
Feltrinelli, 2019
Keith Lowe, Il continente selvaggio, Laterza,
2019